Vittoria italiana (e padovana) a Cannes Neurons, la seconda edizione del contest organizzato World AI Cannes Festival, il più importante festival dell’intelligenza artificiale in Europa e uno principali al mondo, in corso dal 9 all’11 febbraio. Audio Innova srl, spinoff dell’Università di Padova, si è affermata nella categoria “Creative #AI” (una delle tre presenti assieme a “Inclusive AI” e “Sustainable AI”) con un progetto sulla conservazione dei documenti audio: su uno dei palchi del prestigioso Palais des Festival, noto per il famoso festival cinematografico, la start-up si è infatti affermata sui temibili rivali cinesi di Unitree Robotics con i loro iconici cani robot, tra i protagonisti del festival e presentati all’inizio come favoriti. Alla fine però la platea, composta principalmente da ricercatori, esperti e imprenditori del settore high-tech, ha tributato agli italiani un vero e proprio plebiscito nel voto on line: dopo la “battaglia” in cui rappresentanti dei due concorrenti hanno avuto tre minuti ciascuno per presentare il proprio progetto, l’83,1% dei consensi è infatti andato alla squadra padovana, registrando il consenso più alto di tutto la serata.
Palpabile – e comprensibile – la soddisfazione del team targato Unipd (composto da Sergio Canazza Targon, Nadir Dalla Pozza, Michele Patella, Cristina Paulon e Alessandro Russo) per essersi affermati in un concorso internazionale che premia i progetti di intelligenza artificiale più innovativi del mondo, tenendo conto anche del loro impatto sulla società o sul pianeta. In particolare lo spinoff dell’Università di Padova Audio Innova srl, fondato da Sergio Canazza, professore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), è stato premiato per un progetto che mira usare l’IA per tutelare i beni culturali musicali: “Yesterday sounds tomorrow: AI for preserving musical creativity”.
Se negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è stata utilizzata massicciamente per migliorare la qualità delle registrazioni audio, ad esempio rimuovendo i rumori di fondo, oppure per migliorarne la qualità e la post-produzione, Audio Innova è riuscito a impiegare l’IA per la conservazione a lungo termine dei nastri magnetici, delle registrazioni di parlato e di altri materiali audio a rischio di scomparsa. Nello specifico, il progetto utilizza l’IA nello sviluppo di tecniche di ricerca sull’audio, sulle foto e sui video dell’originale supporto analogico, che consentono di identificare e raggruppare i documenti sonori in base ai contenuti dei metadati. Una tecnica che aiuterà i conservatori e i musicologi a trovare materiali audio rari e preziosi in pochi secondi e che è già stato approvata come standard internazionale musicale MPAI e IEEE.
“Siamo particolarmente felici per il risultato di stasera, anche perché pensiamo che l’AI debba essere per tutti e il nostro progetto cerca proprio di portare i beni culturali del passato nel futuro nell’ottica della condivisione” è stato il commento a caldo di Sergio Canazza, amministratore unico di Audio Innova. “Penso che il pubblico sia rimasto colpito proprio dal nostro focus sulla cultura, alla quale spesso non si presta molta attenzione nell’ambito dell’AI rispetto ad altri temi”, ha spiegato invece spiega Nadir Dalla Pozza, che ha avuto il compito di promuovere sul palco il progetto di Audio Innova. Un riconoscimento che premia anche una tradizione presente da decenni nell’Università di Padova e che è oggi rappresentata soprattutto dal CSC – Centro di Sonologia Computazionale, che raccoglie l’eredità degli studi iniziati fin dal 1959 da Giovanni Battista Debiasi e Teresa Rampazzi, pionieri della ricerca in informatica musicale.
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